Agility Dog intervista a Rosita Galli da Francesca Petrucci

Agility dog: tra sport e divertimento

Intervista a Rosita Galli, titolare del centro “La Guenda”

Scritto da  Francesca Petrucci

Definizione vuole che per agility dog si intenda “uno sport cinofilo che consiste in un percorso ad ostacoli che il cane deve affrontare nell’ordine previsto, possibilmente senza ricevere penalità e nel minor tempo possibile”.

Prima di tutto occorre però un breve cenno alla storia di questa attività, nata in Inghilterra e ispirata al percorso ad ostacoli dell’equitazione. Siamo nel 1978 quando ha luogo la prima manifestazione ufficiale di “agility dog”, durante l’edizione del Crufts Show. L’obiettivo – senz’altro centrato – è quello di mostrare al pubblico la velocità e l’agilità dei cani. Fu un tale successo che già dall’anno seguente molti centri di addestramento cani inglesi offrivano il corso di per il nuovo sport che, dal 1980 appunto, fu riconosciuto dal Kennel Club come uno sport ufficiale attraverso la stesura di un regolamento.

In Italia l’agility è approdata nel 1988, sucitando subito anche qui un grande interesse. Il 1º gennaio del 1990 l’ENCI ha deciso di pubblicare un primo abbozzo di regolamento, per poi adeguarsi – un anno dopo – a quello internazionale della FCI: in questo stesso anno si sono tenute le prime gare nazionali.

Questo per capire, con un brevissimo cenno, dove e quando è nata l’agility dog. Per conoscere però qualcosa di più occorre rivolgersi a chi ha fatto di questo sport un mestiere da una passione, come Rosita Galli, titolare del centro cinofilo “La Guenda” di San Martino Ulmiano (Pisa). Rosita pratica questo sport dal 1993 – e lo insegna nel suo centro dal 1997 – e ha raggiunto grandissime soddisfazioni con i suoi cani, portando al successo Guendalina, west highland white terrier, Hero di Cambiano, border collie, Quinzie, west highland, Gheda, border collie, Ichy, barboncino nano; nel 2014 il suo Suni diventa campione Italiano di agility. Dal 2006 è iscritta all’Albo degli addestratori cinofili, nel 2008 ha conseguito la laurea in “Tecniche di Allevamento del Cane di Razza ed Educazione Cinofila” presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Pisa e nel 2011 aggiunge anche il Master di Primo livello per istruttore cinofilo sempre presso l’Università di Pisa.

Come ti sei avvicinata a questo sport, che cosa ti ha attratto?

Mi sono a lungo occupata di esposizioni cinofile, però non mi piaceva che la valutazione del cane fosse soltanto estetica e soggettiva, così ho conosciuto questa nuova disciplina che era arrivata in italia da poco. In agility veniva valutato il lavoro del cane e quindi anche le sue capacità di apprendimento, di sintonia con il conduttore, un lavoro complesso da costruire nel tempo, è questo quello che mi ha attratto.

E quando è arrivato il desiderio di insegnare oltre a quello di praticare l’agility?

Mi sono subito resa conto che in provincia di Pisa non esistevano scuole di agility dog, e così ho deciso di “colmare quel vuoto”. Volevo che più persone potessero trovare un posto dove lavorare con i cani in maniera positiva e soprattutto divertendosi, perché il divertimento, lo dico e lo ripeto sempre, è alla base di tutto.

 

La Guenda infatti nasce proprio come primo centro su Pisa e provincia che si occupa di agility, che cosa è cambiato e si è evoluto nel corso degli anni in questa disciplina?

Sicuramente possiamo dire che non si tratta più soltanto di una vera e propria disciplina, vista esclusivamente come attività agonistica. Oggi, soprattutto per come la vedo io e per come la pratico nel mio centro, è prima di tutto un’interazione uomo-cane al cento per cento, quindi si torna all’importanza del divertimento. Ovviamente poi, a livello agonistico, sono molto migliorate le tecniche e quindi gli studi: nel corso del tempo senz’altro è cresciuta la velocità e anche la spettacolarità dell’agility dog.

Forse anche un po’ troppo…?

Dipende molto dal quello che vuole il proprietario dal proprio quattrozampe, ma quello che io dico sempre è che la cosa più importante è imparare a stare bene con il proprio cane, con reciproco divertimento, rispetto e svago, tutto il resto viene dopo. Che vada bene o male la gara non importa, anche perché dobbiamo considerare che il più delle volte gli errori sono nostri e non certo del cane, quindi la cosa importante è sempre quella di essere soddisfatti del lavoro svolto. Tornando alla domanda, ovvio che dipende dalla scuola di riferimento, è fondamentale che l’agonismo sia sempre svolto nel pieno rispetto del cane e delle sue capacità.

Che cosa dici ai tuoi allievi appena si avvicinano a questo sport?

Che il cane non è una play station, che è un essere vivente con sentimenti e bisogni, quindi bisogna prima di tutto accettare con umiltà l’idea di crescere insieme a lui. Se noi ci poniamo con umiltà nell’insegnare gli ostacoli al cane, sicuramente per lui sarà molto più semplice acquisire il lavoro che svolgerà con piacere, divertimento e grande possibilità di svago non solo fisico, ma soprattutto mentale di cui, non dimentichiamolo, il cane ha molto bisogno.

Cambiamo adesso “punto di vista” e assumiamo appunto quello del cane. Perché il nostro amico a quattro zampe dovrebbe “essere contento” di praticare agility?

Perché fondamentalmente è un’attività impostata sul gioco predatorio che al cane piace molto, ma non solo. Non dobbiamo dimenticare che in agility il cane non deve essere portato a esasperare la velocità e la frenesia del percorso, ma anzi deve apprendere l’importanza della concentrazione e della calma, sempre se fatto con il metodo giusto. Il cane impara anche ad attendere, ad autocontrollarsi senza subirne la frustrazione, a rallentare e accellerare in base al percorso e all’ostacolo. Può sembrare strano ma sono concetti molto importanti che poi si ritrovano anche nella vita quotiana e aiutano il cane a crescere e a trovare un equilibrio, senza considerare che aiutano moltissimo nell’ottenere un ottimo rapporto cane-conduttore.

 

Come si insegna a un cane a seguire un percorso a ostacoli?

In un buon rapporto cane-uomo la prima cosa è la motivazione, senza la motivazione non potremmo mai costruire nessun tipo di esercizio. Poi certo ci sono cose importanti in agility come il richiamo, il controllo, il resta o vari stop, che sono fondamentali.

La cosa da tenere bene presente è che il conduttore/proprietario deve avere pazienza nel costruire i vari ostacoli, senza esagerare, in modo che il cane li acquisisca in maniera positiva, senza stress ma solo con divertimento, senza esasperazione. Ovviamente ricordiamo che il cane impara sempre attraverso l’utilizzo della forma del gioco e del rinforzo positivo.

Tutti i cani sono adatti a fare agility?

Sì, tutti. Di qualsiasi taglia, qualsiasi età, qualsiasi razza e non. Certo occorre rispettare la fisicità e le possibilità di ciascun soggetto e chiedere in base ad esse lo sforzo commisurato, ma di fatto tutti davvero possono praticare questa attività.

E i proprietari?

Idem, vale o stesso discorso. Inoltre il cane ha una grande capacità di adattarsi a quelle che sono le caratteristiche fisiche del proprietario, proprio costruendo un rapporto di affinità e di legame.

 

Possono svolgerla anche i bambini?

Certo che sì. Secondo me è molto importante per far crescere insieme il bambino con il cane di famiglia, in modo da rafforzare il loro rapporto e il rispetto reciproco. L’agility inoltre aiuta moltissimo i bambini nel coordinamento fisico, nella capacità di orientamento ed esercita la memoria.

Ci sono dei rischi per il cane?

Dipende sempre da che tipo di attività vai a fare. Se fatta in modo esasperato certamente ci possono essere delle conseguenze. Su certe patologie invece è addirittura consigliato, perché va a rinforzare la struttura muscolare del cane diminuendo la sollecitazione articolare.

Tutto sta nel fare l’attività nel modo corretto ed equilibrato, senza esasperazioni che non giovano mai a nessuno.

Che cosa consigli a chi vorrebbe provare ad avvicinarsi a questo sport?

Pazienza. È la prima cosa; non pretendere subito dei risultati, ci vuole tanto lavoro e le risposte sono date in base al cane, ma non solo: dipendono anche moltissimo dal rapporto che c’è fra cane e proprietario/conduttore. Occorre ricordarsi che le caratteristiche fisiche e caratteriali del cane vengono sempre prima di tutto, e avere la pazienza di veder arrivare i risultati senza forzare i passaggi del lavoro.

 

Per chi ne vuole sapere di più:

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